18/09/07

PENSARE VA BENE, COMUNICARE E' MEGLIO!

A proposito di dialogo...guardate cosa succede in questo filmato e fatevi una risata!
L'esperienza insegna che comunicare agli altri le proprie intenzioni evita incomprensioni che, ahimè, potrebbero risultare disastrose...

13/09/07

Non sentirti colpevole



Nagli ultimi anni mi è capitato di conoscere molte, anzi troppe ragazze con questo problema..
Non conosco le cause scatenanti ma so per certo che per generare un malessere così complesso e tanto duraturo tali fonti devono essere davvero importanti.

Alcune persone che soffrono di disturbi alimentari riescono a risalire ad un evento, un trauma, una causa scatenante, molte altre invece si domandano continuamente "perchè io? eppure non mi manca nulla" e proprio in questo modo continuano a colpevolizzarsi e ad azzerare quel poco di autostima (se c'è) che risiede nel loro animo.

In entrambi i casi l'unica soluzione, secondo me, è parlare.
E' tanto difficile quanto efficace: tirare fuori il malessere, dare un suono a quelle vocine cattive che passano per la testa vuol dire cominciare a costruire un muro per non farle più rientrare.

Raccontare a qualcuno di avere problemi con il cibo vuol dire già avere un problema in meno, il segreto non c'è più; significa anche scaricare tante piccole preoccupazioni su chi ti ama, ma che sarebbe disposto a fare qualunque cosa pur di aiutare un persona cara ad uscire da una voragine simile.


E' vero, la tua famiglia e gli amici piò cari ti aiutano, ma fino ad un certo punto, PURTROPPO! Agiscono sul quotidiano con incoraggiamenti, coccole, controllo ed a volte imposizioni ma, ripeto purtroppo, non possono risalire al PERCHE di tutto. Hanno effetti positivi sui sintomi della malattia senza riuscire però a sconfiggere il virus, un po' come un comune antidolorifico, allevia il dolore momentaneamente mentre l'infiammazione rimane.

Quindi se qualche genitore o amica o fidanzato dovesse chiedersi "il mio affetto ed il mio aiuto bastano per superare il problema?" la risposta è NO; non deve minimamente colpevolizzarsi, deve solo continuare a sostenere chi sta male perchè solo con lui non può guarire ma neanche senza il suo aiuto.


Sono del parere che ci voglia qualcuno che sappia in quali punti andare a scavare per capire e scoprire le cause di malattie come l'anoressia, la bulimia e l'obesità.
Quindi:
  • se il primo pensiero del mattino è controllare quanto spazio c'è tra una gamba e l'altra, sperando con tutto te stesso che sia aumentato rispetto al giorno prima;
  • se quando osservi una persona che mangia un alimento (per te "bomba") con tranquillità e soprattutto con gusto la invidi, ma allo stesso tempo ti senti più forte di lei perchè tu sei riuscito a controllarti;
  • se quando fai sport eccedi per bruciare più calorie anzichè per tonificare e far bene a tutto il corpo;
  • se quando "sgarri" ti senti in colpa ma ormai hai "sgarrato" quindi puoi (anzi devi) abbuffarti così vomiti più facilmente;
  • se mentre ti abbuffi, non lontano da te, c'è qualcuno che può fermarti, aiutarti e tu vuoi chiamarlo ma proprio non riesci a varcare la soglia della porta;
  • se quando vai a cena con gli amici cambi l'espressione del viso perchè sei preoccupato rischiando anche di innervosire chi ti sta vicino perchè non capisce il motivo del tuo malumore;
  • se rischi di perdere un amore per un problema evidente ma di cui non riesci a parlare perchè provi una vergogna insostenibile;
  • se vuoi smettere di stare male
allora chiedi aiuto! Da sola ci può provare ma non a lungo (basta l'arrivo del Natale per ricadere nel baratro)
Quindi Parla, Parla Parla!
Scarica sugli altri il peso che hai dentro e sentirai già tanto sollievo e sappi che gli altri sono contenti di alleggerirti le spalle!


05/09/07

LA LEGGENDA DELL'ORTICA

Era un bel giorno d'estate.
Milly e Sally stavano riposando al sole.

Milly, una bimba di sei anni, si allungo' pigramente sull'erba.
"Mi stavo domandando, perche' le ortiche pungono" disse alla sorella più grande di due anni, che non seppe trovare nessuna risposta.

"Andiamo a chiederlo a papà", disse Sally.

Il loro papà stava seminando le patate in mezzo al campo.
"Ciao, piccole - disse - cosa state facendo?". "Niente di speciale - disse Sally - vorremmo sapere perche' le ortiche pungono".
"Non lo so per certo, - disse il papa' - ma una volta mi hanno raccontato una bella storia. Volete sentirla?" chiese-.

Le due bimbe si guardarono negli occhi e dissero di si' con entusiasmo. "Una volta in un prato non molto lontano da qui c'era una piantina di ortiche. Era molto triste perche' non piaceva a nessuno. Sapeva di essere evitata perche' causava forti irritazioni, ma purtroppo non poteva farci nulla.

Un giorno una bellissima farfalla si posò sulle sue foglie. L'ortica le chiese come mai non avesse paura di lei. "Stavo pensando che tu saresti adatta a conservare e proteggere le mie uova durante l'inverno" disse la farfalla. "Certamente, e ne sarei molto onorata" rispose eccitata l'ortica. E cosi' la farfalla le affido' le sue preziose uova.

L'ortica le difese dalla neve, dal vento e dalla grandine. Non c'era nessun animale che volesse sfidare le sue spine. In primavera, dalle uova uscirono i bruchi che diventarono crisalidi. Appena arrivo' l'estate, tante belle farfalle volarono via dalla piantina di ortiche. "Grazie - disse la farfalla madre - le tue foglie sono le più forti e le più sicure di tutto il mondo".

E da allora, ogni inverno, le ortiche custodiscono le uova delle farfalle".